Il Cenobio di San Giovanni Battista (anche detto Abbadia o Abbazia) si estende in località Ceraseto, così chiamata per la grande quantità di alberi di ciliegio un tempo esistenti.
È uno dei pochi complessi – tra i tanti presenti sul territorio del Cilento e Vallo di Diano – a poter vantare di una possente solidità architettonica, espressa dalla Chiesa e dalla torre merlata.
Quest’ultima, costruita nella parte occidentale dell’Abbazia, a scopo di difesa e di avvistamento sul mare, è alta circa 15 metri.
Si narra che sia la Chiesa sia la Torre fossero collegate, attraverso un camminamento sotterraneo, ad una grotta posta sul fianco orientale del Monte Bulgheria.
Qui i monaci erano soliti rifugiarsi in caso di incursioni ed attacchi pirateschi.
La Grotta, cosiddetta del Ceraseto, è facilmente individuabile sul costone roccioso rossastro visibile dall’ingresso del Cenobio.
Un sentiero consente di arrivarvi ai piedi (Sentiero del Ceraseto).
La fondazione del Cenobio di San Giovanni Battista
La tradizione fa risalire all’anno 990 la fondazione del Cenobio di San Giovanni Battista. Anche se non sono stati trovati documenti in merito.
Il primo documento – un codice manoscritto – che attesta l’esistenza del complesso monastico è datato 1020.
Si tratta del codice Laurenziano XI, 9 eseguito dal monaco Luca per Isidoro, prete ed egumeno del monastero di San Giovanni a Piro.
Oggi è conservato presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Il manoscritto contiene le omelie di San Giovanni Cristosomo, oltre che episodi delle vite di alcuni Santi della Chiesa Orientale.
Prova che avvalora anche la tesi della presenza di una scuola di amanuensi nella zona del Monte Bulgheria.
Dal momento che il manoscritto attesta l’esistenza del monastero di San Giovanni Battista già da qualche tempo, e che lo stesso aveva una vita già piuttosto attiva, è probabile che la data del 990, indicata dalla tradizione, possa essere ritenuta valida.
Il ruolo dei monaci bizantini provenienti dall’Epiro
Uno studio interessante sulla storia del Cenobio di San Giovanni Battista fu condotto dall’avvocato Pietro Marcellino Di Luccia (San Giovanni a Piro, 1665 – Roma, 1738).
Nel suo Trattato Historico Legale, Di Luccia attribuisce l’edificazione del monastero a monaci bizantini.
Provenivano dall’Epiro, importante provincia dell’Impero bizantino coincidente più o meno con l’odierna Albania.
I monaci avrebbero ricevuto i suoli, sui quali edificarono il Cenobio, direttamente dai principi longobardi di Salerno.
Una prassi che a quei tempi era molto frequente.
Durante il periodo di massimo splendore del monachesimo bizantino nel Cilento e nel Vallo di Diano, il Cenobio di San Giovanni a Piro fu uno dei più fiorenti, per ricchezza patrimoniale e culturale.
Ad esso, infatti, fecero capo importanti personalità culturali del tempo.
Fra queste: il cardinale Bessarione e l’umanista Teodoro Gaza.